Ecco cinque dettagli curiosi che erano sotto gli occhi di tutti, ma che non tutti vedevamo
P.S. I veri investigatori li abbiamo qui, a Bergamo, tra gli appassionati di Storylab
La scritta fantasma
Questo è un incrocio noto a tutti i bergamaschi, anche se con il tempo è cambiato parecchio. Si tratta del crocicchio tra via Broseta, via Nullo, via Palma il Vecchio. Alzi la mano chi si è accorto a colpo d’occhio della “scritta Zopfi proiettata sul civico 1”? Bravo Marco ad averlo fatto notare, nei commenti a questa immagine su Storylab.
La chiesa esatta
La dicitura originale della didascalia su Storylab rimandava alla chiesa delle Grazie. In verità, com’è attestato in un commento, “si tratta del campanile della chiesa di Sant'Alessandro, la sagoma e la cupola della chiesa non lasciano dubbi , anche perché la facciata della chiesa delle Grazie è rivolta verso le mura, mentre la facciata della foto in questione non è rivolta verso le mura di Città Alta, ma guarda la via omonima che sale perpendicolarmente alle mura così come si intuisce nella foto”. Un’indicazione confermata anche da Lucio Paleari, il quale fa notare che “Anche i fregi sul campanile confermano S. Alessandro in Colonna”.
Il cartellone rivelatore
Di questa immagine non si aveva un riferimento preciso per quanto riguarda la data. Arcano svelato da Antonio Rosa: “L'Opera Mignon (ingrandendo la foto si legge facilmente, sul manifesto: Teatro Donizetti), fu rappresentata due volte a Bergamo, nel giro di ca 15 anni: la prima il 20 agosto 1893, quando però il teatro si chiamava ancora Riccardi, poi nel 1909 nel Teatro Donizetti… Ed è questo l'anno della foto (informazioni presenti in rete)”.
I mezzi agricoli
Per risalire al giorno esatta della settimana in cui questa foto è stata scattata abbiamo dovuto aspettare un commento di riky54, sulla nostra pagina Instagram. E' così che abbiamo scoperto che il fotografo era lì un lunedì, "infatti in quel giorno in prima fila, quella più vicina al bar Borsa, venivano esposti automezzi da lavoro e agricoli”.
L’insegna aulica
Un bimbo in mezzo a una strada, un paracarro, un balcone, un portone, un edificio e un negozio, apparentemente come tanti altri, in un'epoca lontana. E' stato Roberto Brugali a segnalare la scritta ormai desueta, sopra il negozio: “Salsamentaria”. Si tratta di un espressione toscana che un tempo evidentemente era diffusa pure dalle nostre parti in vece di salumeria o salumificio.