"Il monello" di Charlie Chaplin non era solo, come dimostra questa fotografia, poetica quanto una poesia di Peter Handke (l'autore dell'Elogio dell'infanzia ) e a immagine e somiglianza dei ragazzi della via Pal raccontati da Ferenc Molnàr.
Siamo a Bergamo, a metà degli anni Cinquanta, e come spiega in un commento Adriano Rosa, è il quartiere di via "Boccaleone, la via a destra è Via Pizzo Recastello, quella che porta al passaggio a livello. La foto è stata scattata all'inizio di Via Gasparini".
Coordinate che servono a chi ha vissuto quel tempo, per chiudere gli occhi e fare memoria di com'era, di chi c'era, e a noi per ricordare quanto sono simili i bambini di tutto il mondo e di tutte le epoche, a prescindere dalle condizioni esterne, anche se le condizioni esterne poi formano, forgiano, indirizzano la crescita.
I bimbi che vediamo lì sono i nostri nonni di oggi, probabilmente più ricchi e con un'agiatezza che a quell'età era un miraggio, un sogno talmente grande da non essere neanche sognato. Eppure siamo certi che, a poterlo, ciascuno di loro tornerebbe indietro, a quei giochi di strada, a quelle braghette corte e bretelline e vestitini smunti, a quelle mani sporche di fango, di terra, a quel trasformare ogni buca in una tana e qualsiasi cumulo di pietre in una trincea.
Sono quasi tutti di spalle ma ci guardano tuttora, osservano chi siamo diventati, ricordandoci che l'infanzia è unica e per quanto grama possa essere stata reca un'impronta di felicità che rimanda alla nostalgia ma pure alla consapevolezza di essere stati fortunati ad averla vissuta.