Il tifoso atalantino non ha vita facile. Ogni stagione sa che la squadra della sua città, quella per cui batte il proprio cuore dovrà lottare, dalla prima all'ultima giornata, per raggiungere il traguardo della salvezza; e lui con lei, si trovi sugli spalti dello stadio Atleti Azzurri d' Italia, o di fronte allo schermo del proprio televisore, a quello di un bar oppure attaccato alla radio, oppure ancora, seguendo i risultati in diretta sul proprio telefonino.
La stagione corrente, quella 2016/2017, non era iniziata nel migliore dei modi, ma le ultime giornate hanno visto la squadra lottare e recuperare terreno. Non è quindi il caso di disperare, poichè la storia ci insegna che imprese incredibili possono essere compiute anche quando le aspettative sono basse. Vogliamo per questo ricordare con voi lettori, tifosi e non, una pagina bellissima della storia della Dea; stiamo parlando dell' indimenticabile vittoria in Coppa Italia, stagione 1962-1963 a cui la fotografia condivisa su Storylab da Giuliano Rizzi piacevolmente rimanda (Atalanta 62/63... Un grande anno).
Procediamo però con ordine. Partiamo dall' undici titolare. Pizzaballa, Pesenti, Nodari, Veneri, Gardoni, Colombo, Domenghini, Nielsen, Calvanese, Merenghetti e Magistrelli. Per tutti i tifosi bergamaschi si tratta di nomi entrati oramai nella leggenda, undici guerrieri che scrissero la storia del club, sovvertendo i pronostici e regalando il primo importante trofeo ai suoi tifosi.
Era il 2 giugno 1963 quando la squadra nerazzurra, allenata da Paolo Tabanelli, scendeva sul prato di San Siro e affrontava il favorito Torino. La compagine bergamasca vi arrivava dopo un percorso che l'aveva vista superare, nell'ordine, Como, Catania, Padova e Bari, guadagnando l'approdo alla finale di Milano. I granata partivano favoriti, ma la grande prestazione degli orobici guidati da Angelo Domenghini, mattatore assoluto del match con una tripletta, regalò all' Atalanta quella che rimane forse la pagina più bella della sua storia. 3-1 in favore dei bergamaschi il risultato finale e coppa alzata al cielo.
Anche la stagione regolare fu, nel complesso, positiva, registrando per i nerazzurri un buon ottavo posto nel massimo campionato e il raggiungimento della finale di Coppa delle Alpi, poi persa per 2-3 contro la Juventus.
L'Atalanta arrivò a quella finale in sordina e per questo considerata sfavorita. Eppure, con grande animo e forza di volontà gli orobici colsero un successo inaspettato, che ancora oggi ci testimonia quanto sia importante avere fiducia nelle proprie capacità.
Ai tifosi vogliamo lasciare un messaggio fiducioso per la stagione attuale e per quelle venture; l'Atalanta ci avrà pure abituato a soffrire, ma le emozioni suscitate dallo sventolare delle bandiere allo stadio, o in piazza, sono sempre vive e forti. La storia di una squadra cosiddetta "provinciale" ricalca un po' quella della maggior parte dei suoi tifosi, gente semplice e umile abituata a provare sulla propria pelle gli alti e i bassi della vita, abituata a lottare e faticare sempre. Ai non tifosi lasciamo invece un invito ad abbracciare l'identità della nostra città e a condividere la storia scritta da un pezzetto di cuore bergamasco, un cuore nero e azzurro.