I nostri emigranti

Sessant'anni fa, esatti, a Marcinelle, in Belgio, in un buco di terra diventato d'improvviso tomba trovarono la morte oltre duecentosessanta persone, la metà delle quali nate in Italia, Bergamo compresa. Per ricordarle non occorre altro. Neppure un'immagine epica come questa, che ritrae alcuni minatori della Val Seriana, anch'essi a cercare e scavare fortuna all'estero, in Svizzera.

Erano molti, poco più che ragazzi, non cercavano il paradiso ma un pezzo di pane e quattro soldi da mandare a casa, la stessa casa dove un giorno tornare, per farsi una famiglia, magari comprarsi un pezzetto di terra. Per farlo erano disposti a un sacrificio immenso, persino a scendere in quello che per noi somiglia in tutto e per tutto a un inferno. Molti sono tornati, altri hanno preferito restare là, qualcuno in quelle gallerie scavate a forza di braccia ci ha lasciato la vita. Farne memoria è l'unico modo che conosciamo per dimostrare che il loro sacrificio non è stato vano, per ammettere che sul benessere di cui godiamo ora possiamo contare proprio dopo esser saliti sulle spalle di questa gente povera, ma generosa.

Giorgio
Giorgio Bardaglio Giornalista

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