Al di là del bene e del male, al di là del traffico già caotico di
allora, al di là dell'edicola e delle insegne luminose dei giornali
ovvero il "breviario laico" dell'epoca (bellissimo leggerle in fila:
"L'Eco di Bergamo, La Notte, Il Giorno"), al di là del minuto riparo
sulla testa a mo' d'ombrello e della divisa integerrima e dell'elmetto
alla Bobby inglese e del fischietto in bocca e di quell'indice proteso
ad indicare una direzione, un obiettivo, un punto...
Al di là di tutto
questo, stupendo, rimane non il vigile, bensì l'uomo. L'uomo dallo
sguardo fiero e intenso e quasi corrucciato, l'uomo con un missione
prima ancora che un lavoro, l'uomo dai bei tratti maschi del viso,
l'uomo simbolo dell'umanità intera, alle prese con l'assedio delle
macchine, l'uomo che pone un'argine al caos, che vuole dare ordine,
oltre che un senso, nonostante tutto.
Omaggio dunque a quell'uomo, milite ignoto di un tempo che resta attuale, nonostante sia passato.