"Restare di ghiaccio", in tutti i sensi. Non soltanto per il brivido che
scende lungo la schiena quando si esce di casa, in queste mattine
fredde di novembre, con la brina che appanna i vetri e il gelo che
rattrappisce le mani. "Restare di ghiaccio" anche di fronte a questa
immagine, che ci rivela uno spicchio di Bergamo che senza la sapienza
degli amici di Storylab resterebbe senza punti di riferimento, senza
impronta e senza nome.
"Nella valletta tra il Pianone e la frazione
Gallina - ci spiega Roberto Brugali, commentando con un incipit da
romanzo la fotografia dell'archivio Lucchetti - poco sopra via Valverde,
dove oggi scorre la Greenway del Morla, c’era fino alla fine degli anni
Cinquanta un laghetto artificiale. La valletta è molto fresca e in
inverno il laghetto restava gelato per molto tempo e veniva usato come
pista per il pattinaggio. Vi era anche una casetta che fungeva da bar e
ristoro. La pista era anche illuminata". Ed ecco che così, grazie
alla testimonianza di uno scatto e a una descrizione degna di un Orio
Vergani, scopriamo che a Valverde a metà degli anni Trenta esisteva una
piccola Saint Moritz e anche il brivido provato questa mattina, uscendo
di casa, ha un suo calore.