Una fotografia d'una bellezza straordinaria, quasi la copertina di un libro o il manifesto di un film, appena finita la guerra.
Recita la didascalia: "Siamo probabilmente fra la fine degli anni
Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta, sullo sfondo una delle
locomotive della Ferrovia della Val Brembana, in primo piano una
corriera diretta a Foppolo".
Quel che aggiungiamo noi non potete vederlo, perché sono i nostri occhi sgranati e l'espressione del viso, tra l'ammirato e il sorpreso,
per un'immagine in cui c'è l'aspra e brulla montagna, le volte del
ponte, l'ampia strada con l'accenno di tornante. E il treno, appunto,
con la locomotiva, e la corriera, uno di quei torpedoni che a vederlo
adesso mette nostalgia, ma di cui si apprezza meglio di allora la linea,
l'eleganza.
Mancava invece a quei tempi la saggezza, la
lungimiranza di capire che il trasporto su gomma non poteva sostituire
integralmente quello su rotaia. Invece così fecero e ora per rimediare è
tardi. Resta così questa fotografia, ancor più bella perché ci ricorda
chi eravamo e quanto abbiamo buttato, pensando fossero ferri vecchi,
mentre erano strade dirette nel futuro anche se si pensavano relegate
alla storia.