Andavano a scuola per guardare lontano. Anche nella vita, non soltanto
con il telescopio posizionato sulla scrivania dell'aula di fisica del
Sarpi.
Stasera in quella scuola hanno organizzato una serata evento
per celebrare la costituzione del liceo come museo. Un passaggio che
noi sottolineamo pubblicando uno scatto del 1930, una fotografia che
trasuda in ogni dettaglio compostezza e decoro, con quel professore che
pare Enrico Fermi, i pavimenti e i mobili tirati a lucido, gli
strumenti essenziali disposti in fila, e poi i ragazzi. Soprattutto i
ragazzi. Ragazzi che sembrano già uomini, con i loro completi scuri, le
cravatte, i colletti inamidati, i capelli impomatati.
Chiudete gli occhi un istante e provate a immaginarli oggi con i loro diciassette, diciotto, diciannove anni.
Arduo. Arduo riuscirci. Eppure se fossero nati un secolo dopo sarebbero
i nostri figli, i nostri nipoti, tali e quali a coloro che conosciamo,
con gli zaini, i pantaloni con il cavallo basso, il cellulare
perennemente in mano, qualche orecchino. Pensarci adesso, ammettiamolo,
fa strano: più che due epoche sembrano infatti due mondi, tanto distanti
che per inquadrarli occorrerebbe per cominciare... un telescopio.