Di fronte a tragedie come quelle degli scorsi giorni in centro Italia non occorrono parole, semmai preghiere. Perché quando le calamità sono di tale portata l'essere umano si scopre fragile, minuscolo, in balìa degli eventi a dispetto di tutte le certezze, dei molti talenti, persino del prodigio della scienza e della tecnologia, che ci fa sentire degli dei senza esserlo veramente.
Oggi per ricordare le vittime dell'albergo Rigopiano scegliamo la fotografia delle nostre montagne e di un rifugio, il Calvi, che da anni si erge a sentinella e presidio per chi ama la roccia, la neve, le vette. Vederlo così, minuscolo, adagiato in un vallone, al cospetto di cime imponenti e maestose rammenta a ciascuno di noi che non siamo padroni del mondo, bensì suoi ospiti. E che all'arroganza, alla protervia di chi crede di poter dominare tutto è preferibile la gratitudine e la meraviglia di coloro che sanno vivere in armonia con ciò che ci circonda, sapendo che siamo tutti provvisori.