Storylab e Contemporary Locus per l'ex Diurno

C’è chi ci cammina sopra tutti i giorni completamente ignaro di cosa si nasconde sotto i suoi piedi, mentre c’è chi sente ancora il suono dei colpi di stecca sulle palle da biliardo e le risate rumorose degli amici. Sotto piazza Dante, infatti, c’era una sala con più di dieci biliardi, ma anche alcuni negozi (un calzolaio, un barbiere, una libreria), un bar e, soprattutto, i servizi, dotati di docce e vasche da bagno. Milleduecento metri quadrati per una sorta di centro commerciale ante litteram. Stiamo parlando dell’ex Diurno, uno dei tanti rifugi antiaerei costruiti in città bassa nel 1944, che non venne mai utilizzato per il suo scopo primario ma fu invece trasformato nel 1949 in Albergo Diurno.

Erano gli anni in cui il Sentierone e il centro piacentiniano erano il cuore della città e mentre gli storici Balzer e Nazionale davano identità di salotto, il Diurno veniva frequentato quotidianamente «dalla più varia umanità: professionisti, studenti, sfaccendati e perditempo» scrive su Storylab a commento delle sue fotografie Piermario Bellavita. «Noi – continua – eravamo un gruppo di amici studenti universitari (soprattutto di medicina, oggi tutti affermati professionisti) che nei mesi freddi alternavano le camminate sul Sentierone al caldo rifugio del Diurno dove si giocava a biliardo e si chiacchierava… la laurea in medicina poteva aspettare ancora qualche anno». «Che bello poter essere ancora giovani sfaccendati!» gli fa eco il signor Scandella. La sala-biliardo era sorvegliata dal “Cioci”, alla cassa, «sempre gentile e disponibile con tutti quanti. Riconosceva subito chi bigiava a scuola» commenta un altro utente. Ai servizi, invece, provvedevano alcune signore che «avendo a che fare con ogni tipo di persona, gestivano l'afflusso ai bagni con decisione ed autorevolezza» ricorda ancora Piermario. «Una volta papà mi ci portò. Avevo 5/6 anni. Quella volta mi sentii grande» ci scrive sulla pagina facebook di Storylab Renzo Cànfari. 

Tanti sono i ricordi che popolano le nostre pagine, a testimonianza del fatto che il Diurno è rimasto nella memoria di intere generazioni, che l’hanno potuto vivere prima del 1978, quando venne chiuso. Per tutti gli altri, è solamente una cancellata sbarrata da anni in pieno centro. Uno spazio che in futuro troverà però nuova luce grazie all’acquisizione da parte di alcuni privati, che hanno l’idea di farne un elegante locale notturno in stile newyorkese. Come ne uscirà trasformato e quando lo si potrà ammirare ancora non si sa. Quello che si sa, invece, è che dopo quarant’anni di oblio potremo tornare nell’ex Diurno grazie a Contemporary Locus, che l’ha scelto per ospitare la sua dodicesima edizione. Affidato agli artisti Kader Attia e Alvin Curran, il progetto avrà luogo dal 19 maggio al 23 luglio e sarà l’ultima occasione per visitare il diurno nella sua condizione originale.

L’associazione da anni usa l’arte contemporanea per reinterpretare e rivalorizzare spazi urbani dimenticati o dismessi: un lavoro che unisce passato e presente che ha molto in comune con il lavoro di Storylab. Insieme a Contemporary Locus ci piacerebbe quindi ripopolare di memoria questo luogo così suggestivo, tornare a dar voce a quello che fu il luogo di aggregazione cittadino per eccellenza di quegli anni, invitando chiunque avesse dei ricordi del Diurno e dei suoi frequentatori a condividerle con noi. Fotografie, storie, aneddoti, sensazioni, inviateci o caricate direttamente nel sito o sulla nostra pagina facebook tutto ciò che possa aiutarci a riportare in vita questa importante pagina di storia sociale della nostra città. Grazie!

 

Fiorenza
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