La saggezza di Bertoldo - che rideva in caso di pioggia perché sapeva che prima o poi sarebbe uscito il sole e piangeva quando splendeva il sole, sapendo che prima o poi sarebbe giunta la pioggia - possiamo applicarla alle stagioni.
Stagioni atmosferiche, visto che non c'è neve più dolce di quella che si ricorda in giornate diventare all'improvviso calde e colme di verde, in primavera. Ma anche stagioni del cuore, quali erano quelle dei vigili urbani che se ne stavano in mezzo alla strada a dirigere il traffico, protetti nei migliori dei casi da una sorta di sentina "fai da te", essenziale quanto minuta.
Erano tempi (ce li ricorda ogni martedì a BergamoTv il tenente Mario Locatelli, tra le 18.10 e le 18.50) in cui gli agenti non avevano bisogno di un titolo universitario e considerato lo stipendio di allora, pari o minore del più umile addetto al telaio o al più basilare operaio d'officina, chi faceva il vigile lo faceva per scelta, per vocazione, con la passione di chiunque fa il proprio mestiere senza altro tornaconto, se non quello di onorare il buon senso e la divisa.
Ora che di quella generazione di vigili sono rimasti in vita pochi e più nessuno ovviamente al lavoro, conserviamo noi memoria di quei giorni, eroici nella loro infinita e disarmante disinvoltura e naturalezza.