Mapello & Manolo
Didascalie d'autore. Come quella che abbiamo chiesto di scrivere a una collega che si occupa di moda e che stimiamo, Fabiana Tinaglia. Ecco la prima che ci ha mandato e a cui, in appendice, aggiungiamo un semplice commento: il tempo passa, le mode pure, certi accessori no, appartenendo alla sfera del bello.
"Lo
sguardo severo e un abbigliamento diciamo poco abbinato alla maxi
cartolina che fa da sfondo.
Con la chioma libera dalla forcine, il sorriso e un "vestivamo alla
marinaretta" anche il bianco e nero avrebbe avuto tutto un altro sapore.
Ma il trench resta insuperabile e queste scarpe così attuali... quasi
da ricordare le famosissime Mary Jane di Manolo
Blahnik".
P.S. Fabiana ci riporta alle finezze, mentre se fosse stato per me - ursus spelaeus - sarei andato poco più in là dello "sguardo severo", il quale tra l'altro nella signorina in questione ha un che di affascinante, oltre a ricordarmi che un tempo lasciare impressa la propria immagine non comportava come riflesso condizionato un sorriso, bensì un'espressione accigliata, se non addirittura cupa, torva. Senza divagare troppo, certo le fotografie in principio, nel diciannovesimo secolo e anche successivamente, erano qualcosa di tremendamente serio. Probabilmente perché si usava così oppure perché c'era diffidenza nei confronti di uno strumento relativamente nuovo o magari come per i pellerossa Apache e Sioux esisteva il timore che l'obiettivo con il ritratto perfetto del viso catturasse anche l'anima dell'essere umano. O forse, più banalmente, perché chi veniva fotografato sapeva di dover pagare un prezzo alto per quel tutto sommato minuscolo rettangolo di cartoncino.
Giorgio Bardaglio
Giornalista