Sotto il porticato Colleoni, di fronte alla clinica Quarenghi, tra le sale del casinò, sulle rampe di accesso alla fonte sfilarono decine di personaggi famosi. Alcuni esotici, come il Pascià Mohamed Camil d’Alessandria d’Egitto, altri il cui nome è ricordato tuttora, gli scrittori Ungheretti, Quasimodo, Montale, Piovene e il musicista Mascagni. Uno spicchio consistente del bel mondo che fu è passato da San Pellegrino, compreso il generale Cadorna, il Granduca Pietro di Russia e nobildonne dello stampo di Emma Gramatica e Letizia Savoia Napoleone, duchessa d’Austria. Persino un futuro papa, Angelo Roncalli, ebbe modo di gustare le terme care, per prime, alla regina Margherita, la quale diede l’imprimatur a un luogo i cui saloni ampi, le stoffe, i lampadari di cristallo è facile immaginare in un libro di Tomasi di Lampedusa o in film di Fellini, non a caso anch’essi frequentatori appassionati di quel grumo di case e palazzi a ridosso del monte.
Un’epopea sfarzosa di cui, come in ogni velluto pregiato, è possibile ammirare non soltanto la parte nobile, ma anche la trama e l’ordito. Basta una fotografia, un’immagine da Ninetto Davoli nello spot televisivo dei cracker Saiwa. Il protagonista, nel nostro caso, non è un fornaio e di nome fa Mario. “Micheletti Mario classe 1933. Lavandaio stagionale presso l'albergo "La Piccioncina" di S. Pellegrino Terme negli anni ‘50 ” recita precisa la didascalia. Spalle larghe, calzoni corti, canottiera, una massa di capelli e occhi che sembrano scuri, ma forse non lo erano. Il bianco e nero ha un limite in questo: permette di immaginare senza mostrarli davvero.
Lo vediamo pedalare, con un accenno di sorriso, spingendo il fardello quotidiano di bucato, candido come quei tempi ci sembrano ad osservarli da qui, adesso.
“Ho conosciuto Mario e tutta la sua famiglia. Chissà se i figli Pinuccio Fabio e Piera si ricordano” lascia il suo messaggio in bottiglia Sandro Bonzi, di San Pellegrino. “Certo che mi ricordo di te - risponde qualche giorno più tardi Piera - sei il figlio di Aronne amico di mio papà. Abiti ancora in zona Loreto? Durante il periodo di Natale qui alle Ghiaie di Paladina, dove ancora abito allestiamo un presepe a grandezza naturale in ricordo dei lavandai”.
Un presepe a grandezza naturale in ricordo dei lavandai. Non è stupendo? Immaginarlo e, ne siamo certi, anche vederlo, perché ci tramanda un mondo che non esiste più eppure non è scomparso del tutto, né sparirà mai. Almeno finché avremo per la memoria, se non il culto, almeno un poco di buon cuore e rispetto.