Si vive di momenti e su questa terra non resta nulla, se non la memoria, finché avrà forza e resistenza alla tigna inesorabile del tempo. Per ricordare l'ingegner Carlo Riva, i cui funerali si sono celebrati ieri, scegliamo questa immagine del luogo che più amava e che fino all'ultimo l'ha accompagnato: Sarnico.
La sua Sarnico, quella delle reti da pescatore appese alle piante, del lago zeppo di barche, di una serietà che è raro trovarne gemelle. Non a caso proprio qui era germogliato un impero, l'impero Riva, che partendo dalla laboriosità degli ebanisti e degli artigiani bergamaschi e bresciani (sì, bresciani) aveva conquistato il bel mondo in ogni continente, grazie ai suoi motoscafi, eleganti ed essenziali, l'equivalente della Ferrari nell'automobilismo, dei Rolex per gli orologi, di Bulgari in fatto di gioielli. Una ricchezza che lo aveva scalfito pochissimo, attaccato com'era al prodotto, alle sue barche, prima ancora che al margine di profitto.
Possa ovunque sia andato trovare la pace, la quiete che ispira questa foto, d'una Sarnico del cuore, senza anima viva attorno e forse proprio per questo senza tempo.