Tredici volti

Come promesso, in questi giorni abbiamo pubblicato molte fotografie sulla Resistenza, per celebrare a modo nostro - senza fanfare o retorica, lasciando spazio solamente ai documenti della memoria - il settantesimo anniversario dalla Liberazione.

Abbiamo scritto che furono giorni drammatici, di tensione e insieme sollievo, di lampi ed ombre, un magma di emozioni impossibile da descrivere pienamente, ora, mentre più facile e aggrapparci a una data, fare in modo che essa sia perno attorno al quale provare a immaginare un'emozione, un'esperienza.

La fotografia che abbiamo scelto oggi è innanzi tutto nitida. Limpida nella definizione e anche nei volti di quelle persone che non avevano incertezza. Quel tempo terribile aveva questo come pregio: si sapeva da che parte stare, o di qua o di là, amici e nemici, bianco o nero, a prescindere dal lato della barricata che si sceglieva o in cui per destino si finiva.

Ci piace pensare a quel momento immortalato per sempre come apice, il culmine di un'epoca. Quei tredici partigiani probabilmente non lo immaginavano, forse ne avevano il sospetto, ma nel caso era comunque vago, incerto, una sensazione impalpabile e sfuggente, come la brezza del mese di aprile, che porta la primavera e, se non ci copre, qualche brivido.

Il vento sarebbe cambiato presto, la banalità dei giorni che si susseguono stava già corrompendo gli istanti di eroismo, quel nucleo puro di ingenuità che fa credere - sbagliando - che le cose cambieranno per sempre, che nulla sarà uguale a prima. La realtà è una macina instancabile di mulino, che tritura in bene e in male tutto, mischiando il grano e la pula, costringendo ogni giorno a ripartire quasi da capo.

Ecco perché ci limitiamo a quegli sguardi, senza indagare se tra essi vi erano santi, eroi, opportunisti, ingannatori, uomini mossi da altruismo o egoisti pronti ad arraffare e sfruttare le tragedie altrui come trampolino. La vita ha già sentenziato il giudizio per ciascuno di loro e la morte ha livellato tutti, senza scampo. 

Giorgio
Giorgio Bardaglio Giornalista

Primavera dopo la guerra

Tutti in piazza

New York, Berlino, Bergamo