Poco da dire, meno ancora da scrivere. Ci sono fotografie soltanto da
ammirare, possibilmente a occhi spalancati e bocca aperta, sperando che
non volino attorno troppi moschini o qualche falena.
L'immagine di
oggi ne è un esempio, con quel ponte che come una greca su quaderno a
quadretti taglia in due la scena e unisce due mondi: uno visibile,
nitido, lindo nella sua concretezza, con edifici squadrati e imponenti
ad occupare una sponda; l'altro invece ignoto, al di qua dell'acqua
placida, in uno scorcio che la fotografia non ritrae e resta misterioso
allo sguardo di chi indaga. In primo piano invece un palo spoglio e
rami come scarabocchi o zampe di ragno, quei ragni dalle zampe lunghe e
finissime e dal corpo minuto, che si trovano nelle nostre campagne.
Invisibili invece gli esseri umani, assenti a prima e anche a seconda
vista, quasi a testimoniare un borgo fantasma, che vive di vita propria,
in un perenne inverno, di tempo grigio e bellezza e bruma.