Il desiderio di potersi spostare comodamente e velocemente, in un tempo in cui per chi viveva in città esistevano soltanto le gambe o al massimo i pedali. All'inizio degli anni Cinquanta, quando furono presentati questi quattro filobus Alfa Romeo Ansaldo, l'epoca delle motociclette e delle autovetture private e di massa non era ancora cominciata. La città di Bergamo, come tutte quelle all'avanguardia, oltre ai classici tram introdusse questi mezzi, i quali avevano il pregio di non necessitare di rotaie. "Questi filobus - spiega l'esperto Maurizio Lussana su Storylab - sono gli stessi che chiusero la prima parentesi filoviaria 1951/70: cinque Fiat Tibb Cansa e diciannove Alfa Romeo Ansaldo, per un totale di ventiquattro vetture filoviarie. Dall'anno 1974 all'aprile 1978 vennero reintrodotti altri otto modelli usati, provenienti da Verona, ma ebbero poco successo poiché tecnologicamente superati".