Per un giorno, un giorno solo, oltrepassiamo i confini della provincia,
ma un'uscita da poco, appena un passo più in là del limite segnato sulla
cartina. Andiamo infatti a Pontoglio, per un motivo doppio.
Il
primo riguarda la ricerca che a questa immagine su Storylab è collegata:
un'indagine da Sherlock Holmes in piena regola, con i nostri lettori
che hanno espresso il meglio per individuare il luogo esatto di uno
scatto proposto con una didascalia che poi si è rivelata sbagliata.
Diciotto commenti in tutto e un carteggio che pare uscito da un libro
di Jonathan Swift per stabilire con esattezza che il ponte in questione è
quello di Sant'Antonio, "costruito nel 1622 per ordine del Doge Antonio
Priolo, in pietra di Sarnico. Parteciparono alle spese di costruzione e
di mantenimento la Città di Brescia e il Comune di Pontoglio; tale
onere comportava agli abitanti di Brescia e di Pontoglio il passaggio
gratuito. Nel 1799 fu gravemente danneggiato dai francesi e fu
ricostruito nel 1828. Soltanto nel 1874 venne abolito il pedaggio".
(E già qui ci sarebbe da aprire una parentesi, per ricordare quando per passare i ponti occorreva pagare un pedaggio).
Il secondo motivo, lo ammettiamo, è più banale e riguarda non soltanto
il senso di estate e di libertà e di freschezza nella calura che dà
questa fotografia, ma anche la precisione dello scatto, che coglie -
seppur un poco mossa - l'immagine del tuffo, del ragazzo che nell'aria
si vibra, in un'epoca in cui nulla era digitale e per ogni tasto pigiato
sulla macchina fotografica corrispondeva un pezzo di celluloide, un
passaggio nella camera oscura, il costo legato alla pellicola, alla
carta... Un tempo insomma in cui bisognava essere dei falchi, altrimenti
si spendeva una fortuna o non si coglieva nulla.