Se avessimo la bacchetta magica non chiederemmo effetti speciali
mirabolanti, bensì una semplice musichetta, quella - per intenderci -
dei film di Alberto Sordi, negli anni Sessanta. Questa immagine
infatti ci rammenta quei lungometraggi, scanzonati e memorabili insieme,
con un auto che sfreccia lungo la strada deserta, quando il traffico
assomigliava al titolo di un altro film, americamo stavolta: "La
minaccia fantasma".
Qui siamo a Bergamo, all'imbocco della città vera e propria,
al principio o alla fine - dipende come sempre dai punti di vista - di
via Autostrada, là dove esiste tuttora il ponte della ferrovia, mentre
sono scomparse le pubblicità a caratteri cubitali, affascinanti
anch'esse, soprattutto per gli appassionati di tipografia. Sullo
sfondo, con la torretta in bella evidenza, la clinica Mater, che diede i
natali a centinaia di bimbi. Sulla destra invece, guardando la foto,
un'altra piccola chicca: l'insegna minuto ed elegantissima dell'Agip,
con il cane a sei zampe e la testa riversa.
Era proprio da quelle
parti che si appostavano i ragazzi, attratti da un passatempo molto in
voga a quei tempi, ma che in realtà era nulla più di una bolla di
sapone, inventata. Lo spiega bene, nei commenti di Storylab, Antonio
Ograbek: "Quand'ero ragazzino si era sparsa la voce che la Fiat aveva
indetto un concorso: si poteva partecipare all'estrazione di una
Seicento se si riusciva a vedere un considerevole numero di quella
utilitaria e a registrarne i numeri di targa da inviare poi a Torino.
Anch'io ai bordi di questa strada aspettavo il passaggio delle Seicento.
Fu una simpatica bufala che ci impegnò alcuni giovedì pomeriggio".
Nacque così, e si assopì rapidamente, l'ingenuità di una generazione e con essa l'età dell'innocenza.