Fotografia curiosa, sullo sfondo si vedono delle persone che sembrano di militari, una donna che spara con il fucile, dietro di lei un civile, forse un marito/moroso (preoccupato?), e un altro militare: non riesco ad immaginare in quale circostanza la foto possa essere stata scattata.
Duccio Crusoe
28/02/2016 21:20
Ho un solo ed unico vago ricordo (molto triste però) di bambino accompagnato da mio padre spettatore "al tiro al piccione"...(da tanti anni fortunatamente pratica sportiva vietata)
Adriano Colpani
28/02/2016 22:58
Condivido completamente la sua posizione riguardo a questa pratica per niente sportiva che, personalmente, estendo alla caccia. Non credo però che sia questo il caso ritratto dalla fotografia. Mi auguro che il bersaglio della signora fosse inanimato, anche se non capisco come una "attività" di questo tipo possa essere stata consentita in città ed in un luogo pubblico.
Mario Brambilla
29/02/2016 10:25
Era sicuramente il campo di tiro a volo o al piccione. I volatili uscivano a caso da una delle gabbie poste nel terreno, un po' come oggi nel tiro al piattello, si involavano con traiettorie disordinate e facevano da bersaglio agli appassionati di tiro. Ricordo benissimo che da bambino facevo come si usava dire il "piccolo" in una latteria, consegnavo il latte, allora in bottiglia, alle famiglie. Quando passavo in via del Guerino (zona via N. Sauro) più d'una volta fui raggiunto dai pallini di piombo che nelle parabola discendente, forse aiutati dal vento arrivavano fino lì appunto dagli spalti di S:Agostino.
Adriano Colpani
29/02/2016 11:05
Il mio commento precedente era dettato dal desiderio di pensare positivo...La testimonianza del Sig. Brambilla rafforza i miei dubbi circa la sanità mentale di chi ha consentito, negli anni, che si potesse svolgere una simile attività, micidiale per i poveri volatili e potenzialmente pericolosa anche per i bipedi.
ROBERTO BRUGALI
29/02/2016 13:53
Nel libro "Il Novecento a Bergamo" è scritto che per diversi anni preso il campo di tiro a volo vennero organizzate gare di tiro al piccione,allo storno,alla quaglia e al passero.Gli uccelli uccisi venivano poi dati in beneficenza.
Fotografia curiosa, sullo sfondo si vedono delle persone che sembrano di militari, una donna che spara con il fucile, dietro di lei un civile, forse un marito/moroso (preoccupato?), e un altro militare: non riesco ad immaginare in quale circostanza la foto possa essere stata scattata.
Duccio Crusoe
28/02/2016 21:20
Ho un solo ed unico vago ricordo (molto triste però) di bambino accompagnato da mio padre spettatore "al tiro al piccione"...(da tanti anni fortunatamente pratica sportiva vietata)
Adriano Colpani
28/02/2016 22:58
Condivido completamente la sua posizione riguardo a questa pratica per niente sportiva che, personalmente, estendo alla caccia. Non credo però che sia questo il caso ritratto dalla fotografia. Mi auguro che il bersaglio della signora fosse inanimato, anche se non capisco come una "attività" di questo tipo possa essere stata consentita in città ed in un luogo pubblico.
Mario Brambilla
29/02/2016 10:25
Era sicuramente il campo di tiro a volo o al piccione. I volatili uscivano a caso da una delle gabbie poste nel terreno, un po' come oggi nel tiro al piattello, si involavano con traiettorie disordinate e facevano da bersaglio agli appassionati di tiro. Ricordo benissimo che da bambino facevo come si usava dire il "piccolo" in una latteria, consegnavo il latte, allora in bottiglia, alle famiglie. Quando passavo in via del Guerino (zona via N. Sauro) più d'una volta fui raggiunto dai pallini di piombo che nelle parabola discendente, forse aiutati dal vento arrivavano fino lì appunto dagli spalti di S:Agostino.
Adriano Colpani
29/02/2016 11:05
Il mio commento precedente era dettato dal desiderio di pensare positivo...La testimonianza del Sig. Brambilla rafforza i miei dubbi circa la sanità mentale di chi ha consentito, negli anni, che si potesse svolgere una simile attività, micidiale per i poveri volatili e potenzialmente pericolosa anche per i bipedi.
ROBERTO BRUGALI
29/02/2016 13:53
Nel libro "Il Novecento a Bergamo" è scritto che per diversi anni preso il campo di tiro a volo vennero organizzate gare di tiro al piccione,allo storno,alla quaglia e al passero.Gli uccelli uccisi venivano poi dati in beneficenza.
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