Questa foto è straordinaria perché è forse unica nel testimoniare qualcosa che ancora non c'é: là verso destra partendo dall' alto e scendendo verso la Valle dei "Ruc" zona Passo di Ganda verrà costruita tra il 1960 e 1963 la famosa pista "Radici", una pista quasi in picchiata, che avrebbe garantito neve fino a primavera, essendo quasi sempre in ombra. Divenne celebre e rinomata per la sua spericolatezza e difficoltà, ma anche per il suo pericoloso e intrigante fascino che richiamò turisti da ogni dove. Per garantire la sicurezza degli sciatori venne attrezzata non dal classico impianto di risalita a Skilif ma da una vera e propria seggiovia a due posti. E sapete che inaugurò questa nuova seggiovia su questo pendio desolato e impervio? Nientemeno che il Vescovo di Bergamo Monsignor Clemente Gaddi. Tutto realizzato grazie al grande e indomito spirito di creatività di Mario Grigis di Selvino. La seggiovia della Valle dei “Ruc” marciò a pieno regime per anni e anni, si alternarono personaggi famosi dello spettacolo e dello sport, si sciava anche il 25 aprile e la sua fama divenne indiscussa. Oggi della seggiovia inaugurata dal Vescovo Clemente Gaddi restano solo alcuni pali; lo spettacolare dirupo aperto, quasi una lastra argentata, che sembrava proiettare verso il basso, si è rimboscato, tutto si è inselvatichito, come una fiaba senza il lieto fine. Non c’è più niente, solo i ricordi degli anziani.
Daniele Vedovati
11/01/2017 10:22
Grazie mille Aurora per questi suoi contributi! Io sono giovane e non ho potuto vivere di persona i momenti d'oro del Poieto. Sono molto affezionato a questa montagna dove negli anni '90 ho trascorso le mie vacanze estive con i nonni. Oggi sono ancora spesso su avendo casa ad Amora. Un grazie e un saluto. Daniele
AURORA CANTINI
11/01/2017 13:16
Caro Daniele, è vedere risposte come la tua, scritte da un giovane, che mi convince sempre più dell'importante compito che abbiamo noi adulti nel tenere viva la memoria, i ricordi affinché voi giovani sappiate vivere degnamente la vostra Italia. Ti ringrazio anche a nome della signora "Ciòci" Grigis, è lei che mi ha raccontato la storia della Pista Radici. Su questo portale di StoryLab troverai anche la fotografia del Vescovo Monsignor Clemente Gaddi mentre si accinge a salire sulla bidonvia che lo portò lassù al Poieto. Quando salirai al Rifugio dedica un istante ad ammirare quello che resta oggi dell'imponente seggiovia sul retro del Rifugio, è come un dinosauro preistorico di metallo abbattuto dalla folgore. Io ho le foto ma essendo state scattate nel 2015, ovviamente su Storylab non le posso mettere. In ogni caso grazie ancora... ah, anche io abito ad Amora, chissà che non ci siamo già incrociati.
Daniele Vedovati
15/01/2017 19:21
sì le ho già viste tutte le foto del Poieto, seggiovia compresa! Grazie ancora anche alla signora Grigis. A presto!
Questa foto è straordinaria perché è forse unica nel testimoniare qualcosa che ancora non c'é: là verso destra partendo dall' alto e scendendo verso la Valle dei "Ruc" zona Passo di Ganda verrà costruita tra il 1960 e 1963 la famosa pista "Radici", una pista quasi in picchiata, che avrebbe garantito neve fino a primavera, essendo quasi sempre in ombra. Divenne celebre e rinomata per la sua spericolatezza e difficoltà, ma anche per il suo pericoloso e intrigante fascino che richiamò turisti da ogni dove. Per garantire la sicurezza degli sciatori venne attrezzata non dal classico impianto di risalita a Skilif ma da una vera e propria seggiovia a due posti. E sapete che inaugurò questa nuova seggiovia su questo pendio desolato e impervio? Nientemeno che il Vescovo di Bergamo Monsignor Clemente Gaddi. Tutto realizzato grazie al grande e indomito spirito di creatività di Mario Grigis di Selvino. La seggiovia della Valle dei “Ruc” marciò a pieno regime per anni e anni, si alternarono personaggi famosi dello spettacolo e dello sport, si sciava anche il 25 aprile e la sua fama divenne indiscussa. Oggi della seggiovia inaugurata dal Vescovo Clemente Gaddi restano solo alcuni pali; lo spettacolare dirupo aperto, quasi una lastra argentata, che sembrava proiettare verso il basso, si è rimboscato, tutto si è inselvatichito, come una fiaba senza il lieto fine. Non c’è più niente, solo i ricordi degli anziani.
Daniele Vedovati
11/01/2017 10:22
Grazie mille Aurora per questi suoi contributi! Io sono giovane e non ho potuto vivere di persona i momenti d'oro del Poieto. Sono molto affezionato a questa montagna dove negli anni '90 ho trascorso le mie vacanze estive con i nonni. Oggi sono ancora spesso su avendo casa ad Amora. Un grazie e un saluto. Daniele
AURORA CANTINI
11/01/2017 13:16
Caro Daniele, è vedere risposte come la tua, scritte da un giovane, che mi convince sempre più dell'importante compito che abbiamo noi adulti nel tenere viva la memoria, i ricordi affinché voi giovani sappiate vivere degnamente la vostra Italia. Ti ringrazio anche a nome della signora "Ciòci" Grigis, è lei che mi ha raccontato la storia della Pista Radici. Su questo portale di StoryLab troverai anche la fotografia del Vescovo Monsignor Clemente Gaddi mentre si accinge a salire sulla bidonvia che lo portò lassù al Poieto. Quando salirai al Rifugio dedica un istante ad ammirare quello che resta oggi dell'imponente seggiovia sul retro del Rifugio, è come un dinosauro preistorico di metallo abbattuto dalla folgore. Io ho le foto ma essendo state scattate nel 2015, ovviamente su Storylab non le posso mettere. In ogni caso grazie ancora... ah, anche io abito ad Amora, chissà che non ci siamo già incrociati.
Daniele Vedovati
15/01/2017 19:21
sì le ho già viste tutte le foto del Poieto, seggiovia compresa! Grazie ancora anche alla signora Grigis. A presto!
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