Due fotografie scattate a distanza di decenni, uniche nella casuale coincidenza di emozioni. Stessa protagonista, lei, la nostra Presolana, eterna ed eterea nel suo ergersi verso il cielo, baluardo ai nostri sogni e scudo al buio dell'inverno. Stesso luogo, il ciglio della strada detta "Il Canalone" (per la sua forma stretta a precipizio sulla valle) che dal Passo di Ganda conduce al paesino omonimo, adagiato sul pianoro nell'angolo più a est dell'Altopiano Selvino Aviatico. Tempi diversi. Mi sono permessa di accostare queste due fotografie perché davvero la vita è piena di sorprese: a sinistra la fotografia di Archivio Wells caricata da Storylab qualche giorno fa, sicuramente scattata negli Anni Cinquanta; a destra un mio semplice scatto fotografico, uno dei tanti innumerevoli momenti di contemplazione, durante le tranquille passeggiate a piedi da Amora la domenica pomeriggio, lì sul ciglio del precipizio, ad ammirare la Presolana fin da quando ero bambina. Era il 3 gennaio 2016, aveva nevicato da poco ma il sole scioglieva il bianco in nuvole di vapore. Struggente il pensiero del tempo che passa, di come sembra che tutto cambi e poi tutto si ricompone, ma lei è ancora là, severa e silenziosa a vegliare. Ecco una delle tante bellezze del nostro Altopiano: dal paesino di Ganda si vede in tutto il suo splendore la Presolana. E il cuore vola oltre le rocce fino quasi a toccarla, come facevo quando ero bambina allungando la mano.