Roberto Biza
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la Valli Bergamasche
(1965)
la Valli Bergamasche
Persone
#valli bergamasche regolarità sport enduro
 
Aggiornata 6 anni

Recentemente, il sito Storylab e' stato animato da una accesa e, al tempo stesso simpatica, questione a riguardo della porta che da Colle Aperto immette su via Sudorno.

A parte la semplice, ma fondamentale constatazione, che l apparenza inganna, tant e' che la strada in uscita, che in realta' va in salita, sembra in discesa, e la strada in entrata, che in realta' va in discesa, sembra in salita, ringrazio tutti coloro che hanno partecipato alla discussione perche', senza il loro fondamentale contributo avrei continuato ad essere ingannato dall apparenza e, con me, chissa' quanti altri.

Per premiare questa gentile collaborazione pubblico una altra foto di una porta, che ho sempre chiamato Garibaldi, ma non mi meraviglierei se dovessi scoprire che il suo vero nome sia un altro.

La foto e' recente, risale al 1965, ma la trovo importante per due motivi: il primo e' che i due piloti ritratti nella foto, il n.16, Lothar Schunemann in sella ad una Simson 75cc, ed il n.15, Leo Holy, in sella ad una Zündapp 75, appartenevano a due nazioni, che non esistono piu', la DDR (Deutsche Demokratische Republik) e la BRD (Bundes Republik Deutschland), al pari delle moto che conducevano, le cui fabbriche risultano chiuse da ormai molti anni.

Il secondo motivo, sicuramente il piu' importante, e' ribadire l importanza di una manifestazione e di uno Sport che hanno portato il Buon Nome di Bergamo nel mondo e che, negli anni dell immediato dopoguerra, ha portato a Bergamo il mondo, contribuendo in modo determinante al processo di fratellanza dei popoli ed al disgelo fra i due blocchi (capitalisti e comunisti), fenomeno che si sta, per nostra fortuna, replicando ai nostri giorni fra le due Coree.

Oggi questo meraviglioso Sport, e' fortemente osteggiato da frange di estremisti che, nel nome di una generica difesa della natura, non esitano a disporre trappole mortali pensando che la salvezza di un filo d erba valga piu' della vita di un uomo.

La constatazione e', putroppo, molto triste, ma sicuramente doverosa ed e' accompagnata dall augurio che questi poveri rancorosi, prima o poi, si ravvedano, ed imparino il rispetto anche degli altri e non solo dei propri egoistici interessi.