Terno D'Isola Negli Anni Settanta Del Secolo Scorso
Terno d'Isola (1970)
Aggiornata 8 anni
Terno d'Isola negli Anni Settanta del secolo scorso quando aveva poco più di 2000 abitanti, mentre oggi sono circa 9000.
COMMENTI
Sergio Limonta
04/08/2014 23:07
Terno d’Isola
In un testamento longobardo del 774 l’abitato di Terno d’Isola è indicato nella forma sostantivata di Teranis; un toponimo che gli storici fanno derivare etimologicamente da inter amna -tra le acque-, ossia “territorio collocato tra i fiumi Adda e Brembo”, anche perchè tutto il nucleo storico dell’antico Teranis era circuito dalle serpeggianti acque del torrente Buliga e appostato sotto gli avallamenti di un vasto luogo incontaminato, ricco d’acqua sorgiva, di rivoli e stagni, di boschi e brughiera dove abbondavano funghi, frutta spontanea, selvaggina. Un lembo di terra emergente “tra le acque”, che sarà assoggettato da leggendari invasori. Durante l’occupazione romana, un immenso apparato circoscrizionale suddivise il territorio dell’Isola bergamasca in pago e limites. All’incrocio tra cardo maximus e decumanus maximus si consolidò il potere amministrativo e religioso di Teranis, già epicentro strategico dell’italico Pago Fortunense (2) dell’Isola bergamasca. Dopodiché, quando l’amministrazione romana si disgregò, si elevò in Teranis la prima ecclesiae battesimale cristiana dell’Isola in onore al martirio in Milano di Vittore della Mauritania. La divenuta Pieve rurale dell’ex Pago dedicato alla dea Fortuna si pose dunque al servizio liturgico di tutti gli abitanti del vasto territorio isolato dalle acque dei fiumi. L’abitato di Teranis rimase punto di riferimento organizzativo, economico e religioso per tutti gli abitanti del distretto. Rimase località centrica dove adunarsi, battezzarsi, comunicarsi, confrontarsi, mercanteggiare; ossia costituire e consolidare i presupposti d’identità comunitaria tra sparuti villaggi del territorio circoscritto dal Monte Canto a Nord, dall’Adda a Est e dal Brembo a Ovest. Verso l’IX secolo, per sostenere l’opera evangelizzatrice della divenuta Capo Pieve di tutta la terra bergamasca e per istituire autonome comunità parrocchiali in ogni villaggio dell’Isola, si costituì in sede locale un collegio di canonici regolari. Attorno all’anno Mille fu edificato un castello per difendere la Pieve, la Collegiata e le abitazioni raccolte all’interno del castrum (6) d’istituzione alto medievale. All’estremo lembo di terra che degrada sulle sponde del Buliga, in area “San Donato fuori le mura” si consolidò il luogo di scambio commerciale dell’Isola . Tale rilevanza strategica assunta dall'abitato di Terno fin dalle origini va ricercata nella posizione centrale all'interno del distretto dell’Isola, oltre al fatto che si collocava sull’antichissima strada che da Bergamo immetteva sia al porto di Villa d’Adda sia ai guadi di Calusco e Medolago. Terno conservò l’antica supremazia ecclesiastica e amministrativa anche al tempo della suddivisione del territorio in quadre da parte della Repubblica di Venezia (1428-1797
Terno d’Isola
In un testamento longobardo del 774 l’abitato di Terno d’Isola è indicato nella forma sostantivata di Teranis; un toponimo che gli storici fanno derivare etimologicamente da inter amna -tra le acque-, ossia “territorio collocato tra i fiumi Adda e Brembo”, anche perchè tutto il nucleo storico dell’antico Teranis era circuito dalle serpeggianti acque del torrente Buliga e appostato sotto gli avallamenti di un vasto luogo incontaminato, ricco d’acqua sorgiva, di rivoli e stagni, di boschi e brughiera dove abbondavano funghi, frutta spontanea, selvaggina. Un lembo di terra emergente “tra le acque”, che sarà assoggettato da leggendari invasori. Durante l’occupazione romana, un immenso apparato circoscrizionale suddivise il territorio dell’Isola bergamasca in pago e limites. All’incrocio tra cardo maximus e decumanus maximus si consolidò il potere amministrativo e religioso di Teranis, già epicentro strategico dell’italico Pago Fortunense (2) dell’Isola bergamasca. Dopodiché, quando l’amministrazione romana si disgregò, si elevò in Teranis la prima ecclesiae battesimale cristiana dell’Isola in onore al martirio in Milano di Vittore della Mauritania. La divenuta Pieve rurale dell’ex Pago dedicato alla dea Fortuna si pose dunque al servizio liturgico di tutti gli abitanti del vasto territorio isolato dalle acque dei fiumi. L’abitato di Teranis rimase punto di riferimento organizzativo, economico e religioso per tutti gli abitanti del distretto. Rimase località centrica dove adunarsi, battezzarsi, comunicarsi, confrontarsi, mercanteggiare; ossia costituire e consolidare i presupposti d’identità comunitaria tra sparuti villaggi del territorio circoscritto dal Monte Canto a Nord, dall’Adda a Est e dal Brembo a Ovest. Verso l’IX secolo, per sostenere l’opera evangelizzatrice della divenuta Capo Pieve di tutta la terra bergamasca e per istituire autonome comunità parrocchiali in ogni villaggio dell’Isola, si costituì in sede locale un collegio di canonici regolari. Attorno all’anno Mille fu edificato un castello per difendere la Pieve, la Collegiata e le abitazioni raccolte all’interno del castrum (6) d’istituzione alto medievale. All’estremo lembo di terra che degrada sulle sponde del Buliga, in area “San Donato fuori le mura” si consolidò il luogo di scambio commerciale dell’Isola . Tale rilevanza strategica assunta dall'abitato di Terno fin dalle origini va ricercata nella posizione centrale all'interno del distretto dell’Isola, oltre al fatto che si collocava sull’antichissima strada che da Bergamo immetteva sia al porto di Villa d’Adda sia ai guadi di Calusco e Medolago. Terno conservò l’antica supremazia ecclesiastica e amministrativa anche al tempo della suddivisione del territorio in quadre da parte della Repubblica di Venezia (1428-1797
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