Carvisi Da “Carvisi”, che è nome della piccola frazione rurale costituitasi tra il XVI e XVII secolo sul territorio comunale a nord-est di Terno d’Isola, potremmo cogliere la citazione dialettale di ca visì. In altre parole: “località costituita con la stretta vicinanza di cascinali”; di case vicine Ca-r-visì. Diversamente la voce ladina car (kar) ci porta all’indicazione di “luogo ghiaioso”, ma se facciamo riferimento ai similari toponimi Carvichos e Carvichum riportati in un Codice istituzionale del 1392 per indicare tale area di territorio agricolo dove tra il XV e XVI secolo sorgeranno gli abitati confinanti di Carvisi e Cabanetti, o al trascritto Carvisium nei documenti del vescovo Cornaro quando nel 1625 effettuò la Visita all’Oratorio dell’Annunziata (11), da kar e dal latino vicus (villaggio) ricaviamo il significato di “frazione di case costruite in luogo ciottoloso”. Infatti, l’antico distretto geografico della frazione Carvisi, divenuto anche piccola “quadra” di territorio comunale di Terno al tempo della Serenissima, che si estendeva fino a comprendere la vicina Cascina Cabanetti, è collocato ai margini orientali dell’argilloso e improduttivo territorio bedesco, ma nel fertile pianalto di natura fluviale ora delineato dai torrenti Buliga e Dordo; ossia nella regione territoriale dell’alta pianura dell’Isola Bergamasca, apparentemente uniforme, piatta, asciutta, ma assai produttiva per un sottosuolo permeabile giacché, appunto, si tratta di “luogo ciottoloso”. Cabanetti Il più recente e specifico toponimo “Cabanetti” giunge a noi con ciò che resta dell’antico cascinale, oggi largamente rimaneggiato, adiacente alle strutture architettoniche dell’Oratorio dell’Annunziata. Un insediamento rurale, in parte dominicale, di pertinenza della famiglia Bana. Anche la cinquecentesca Ca Colombera, di recente eliminata nella parte più nobile ed espressiva con porticato e torre, fu edificata in località Carvisium ma all’esterno del complesso rurale dell’abitato più unitario, così pure i circostanti e storici cascinali, recentemente abbattuti, di Ca Paganella, Ca Dossena, Ca Brusada, come la persistente Cascina Cà Rigetti, che nel XVIII secolo fu abitazione del sindaco generale della Quadra dell’Isola Bergamasca. Dunque dal caseggiato in territorio carvisiano di proprietà della famiglia Bana, che ha plausibili fondamenta cinquecentesche, si perviene alla documentata indicazione di “Cà Bana” per divenire, nel linguaggio dialettale, la “Cà dei Banècc” ed evolversi in “Cà Banetti” assumendo l’accezione di “Cabanetti”, oggi località ampiamente urbanizzata in territorio comunale di Bonate Sopra