a passeggio prima della CATASTROFE- 25 luglio - 8 sett.'43....
COMMENTI
Felicino Reseda
10/04/2018 18:06
Come "prima della catastrofe"? Vuol dire che prima era tutto a posto?
Maurizio Lussana
17/06/2018 12:35
ARMISTIZIO = CATASTROFE
Roberto Biza
18/06/2018 15:15
In seguito all’armistizio firmato da Badoglio l’8 settembre del 1943, la fuga della famiglia reale a Brindisi e la nascita della Repubblica Sociale guidata da Mussolini al nord, l’Italia si spaccò in due blocchi contrapposti, creando una frattura talmente profonda da generare nella coscienza popolare degli italiani una catastrofe ideale e la contestuale perdita dell’idea di nazione.
La netta contrapposizione che si venne a creare nei due anni di guerra civile che insanguinò l’Italia, ridotta ad un gigantesco campo di battaglia per eserciti stranieri, sfociò in purghe, epurazioni, processi sommari e spietate esecuzioni, che alimentarono odio, rancore e diffidenza che la fine del conflitto non riuscì certamente a sanare e che riportò tutti agli anni bui dei Guelfi e dei Ghibellini.
Il confronto duro e radicale proseguì, quindi, anche dopo la fine del conflitto e non fu mai ricomposto da una chiara volontà di riconciliazione, minando per sempre la memoria collettiva, cancellando quel senso di appartenenza e condivisione che era nato negli anni del risorgimento.
L’Italia fu coinvolta in una sanguinosa guerra civile che autorevolissimi storici, come Renzo De Felice o Ernesto Galli Della Loggia, non hanno esitato a definire “la morte della patria”.
Maurizio Lussana
18/06/2018 16:30
MORTE della PATRIA , INFATTI ora i giornalisti scrivono : Paese.... o quasi mai Patria, tra l'altro, con la p minuscola !!!
Maurizio Lussana
02/02/2019 10:19
sig. Roberto B. COMPLIMENTI PER LA CHIARA ESPOSIZIONE !!! G R A Z I E !!!
Come "prima della catastrofe"? Vuol dire che prima era tutto a posto?
Maurizio Lussana
17/06/2018 12:35
ARMISTIZIO = CATASTROFE
Roberto Biza
18/06/2018 15:15
In seguito all’armistizio firmato da Badoglio l’8 settembre del 1943, la fuga della famiglia reale a Brindisi e la nascita della Repubblica Sociale guidata da Mussolini al nord, l’Italia si spaccò in due blocchi contrapposti, creando una frattura talmente profonda da generare nella coscienza popolare degli italiani una catastrofe ideale e la contestuale perdita dell’idea di nazione.
La netta contrapposizione che si venne a creare nei due anni di guerra civile che insanguinò l’Italia, ridotta ad un gigantesco campo di battaglia per eserciti stranieri, sfociò in purghe, epurazioni, processi sommari e spietate esecuzioni, che alimentarono odio, rancore e diffidenza che la fine del conflitto non riuscì certamente a sanare e che riportò tutti agli anni bui dei Guelfi e dei Ghibellini.
Il confronto duro e radicale proseguì, quindi, anche dopo la fine del conflitto e non fu mai ricomposto da una chiara volontà di riconciliazione, minando per sempre la memoria collettiva, cancellando quel senso di appartenenza e condivisione che era nato negli anni del risorgimento.
L’Italia fu coinvolta in una sanguinosa guerra civile che autorevolissimi storici, come Renzo De Felice o Ernesto Galli Della Loggia, non hanno esitato a definire “la morte della patria”.
Maurizio Lussana
18/06/2018 16:30
MORTE della PATRIA , INFATTI ora i giornalisti scrivono : Paese.... o quasi mai Patria, tra l'altro, con la p minuscola !!!
Maurizio Lussana
02/02/2019 10:19
sig. Roberto B. COMPLIMENTI PER LA CHIARA ESPOSIZIONE !!! G R A Z I E !!!
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